Staminali: Italia all’avanguardia nelle staminali amniotiche, cellule eticamente corrette
8 aprile 2011
“Anche il nostro Paese insieme agli Stati Uniti e’ all’avanguardia negli studi delle cellule staminali – in
particolare le amniotiche – per la cura delle malattie degenerative dell’occhio”.
A dichiararlo e’ il professor Giuseppe Simoni, direttore scientifico del Biocell Center, il primo centro al
mondo per la crioconservazione delle staminali amniotiche.
“A tal proposito – ricorda Simoni – la notizia arrivata dal Riken Center di Kobe in Giappone – dove e’ stata
‘creata’ una retina animale con cellule staminali – avvalora gli studi che Biocell ha avviato nel settembre
2009 con l’Harvard Medical School – dipartimento di Oftalmologia – per la differenziazione delle cellule
staminali amniotiche in cellule della retina di origine retinica”.
“Entro fine anno – spiega Simoni – potrebbero arrivare i primi importanti risultati circa l’utilizzo delle
staminali amniotiche per la rigenerazione della retina in previsione di una futura applicazione terapeutica.
Ricerche effettuate utilizzando appunto cellule amniotiche che – a differenza delle embrionali – non hanno
controindicazioni di carattere etico, non andando a intaccare l’embrione.
“Ma non solo – sottolinea il direttore scientifico – le staminali amniotiche possono essere utilizzate a scopo
autologo, (mentre le embrionali solo a scopo eterologo) e, in modelli animali, hanno persino dimostrato di
essere in grado di curare anche malformazioni congenite del feto”
“In termini pratici gli studi avviati da Biocell ed Harvard – spiega Simoni – hanno come obiettivo proprio
quello di poter curare malattie che provocano la degenerazione della retina, come la retinite pigmentosa,
attraverso l’uso delle staminali amniotiche prelevate al momento dell’amniocentesi e poi crioconservate”.
“Le amniotiche – conclude il professore – rappresentano l’approccio più innovativo in questo campo sia per
le loro caratteristiche biologiche che per quelle etiche. Soltanto le amniotiche mettono d’accordo scienza
ed etica”.